La recensione 01/20

Roma

Nicola Manuppelli

Miraggi Edizioni


La nostra Anna, la nostra critica cinematografica ufficiale (e adesso ci ammazza!), ha recensito per noi un titolo a cui teniamo molto. Non ha fatto parte del gruppo di lettura, ma ha spesso fatto capolino nelle nostre discussioni...

Per il gruppo di lettura il 2019 è stato un anno di parole e immagini.

I quattro romanzi scelti (Il racconto dell’ancella, Gettami ai lupi, Lions e Jules e Jim) intersecano le loro storie con l’immaginario audiovisivo sia perché oggetto di adattamenti televisivi o cinematografici, sia per la vivida scrittura visuale che evoca nei lettori immagini, ricordi o sensazioni legate a film visti.

Il nostro, si dice, è un mondo di immagini e dunque incrociare la lettura verbale con quella visiva non è un evento eccezionale; più eccezionale è la consapevolezza e la riflessione su questa azione incrociata, una riflessione che, per più di un partecipante, è coincisa anche con la lettura di Roma di Nicola Manuppelli, uno dei romanzi più letti, amati e condivisi dai frequentatori goriziani di Ubik.

Anche Tommaso, il protagonista di Roma, unisce due mondi narrativi: la Milano da cui fugge, caratterizzata dal linguaggio verbale giornalistico e dalla cupezza delle stragi di Stato; e la Roma in cui si tuffa entusiasta, mossa dal racconto visuale, sensuale e caotico dell’immaginario cinematografico.

A nord l’esplosiva, e malinconica, vitalità di un Walter Chiari verosimile si combina alla mortale esplosione di piazza Fontana; più a sud il mito di Cinecittà, della Dolce Vita e dei film di Fellini si mescola al divismo internazionale fatto di star seducenti, grottesche e sostanzialmente intercambiabili: a chi importa se l’aneddoto riguarda Richard Burton, Burt Lancaster o re Farouk quando l’aneddoto è in sé ghiotto? Questa è la filosofia di Louis Palumbo detto Satchmo, forse un sosia di Armstrong forse un autentico talento boicottato, capitano dell’industria della notizia afferrata in immagini dai paparazzi e fantasiosamente narrata da Tommaso. Perché Tommaso, arrivato a Roma per diventare sceneggiatore di film che altri avrebbero diretto e interpretato, si ritrova testimone di anni formidabili e caotici, in cui tutto si accumula e convive con la propria negazione e in cui tutto è destinato a diventare polvere (di stelle) nel momento in cui viene raccontato.