Gorizia è una piccola città, e questo non è un luogo comune e non è neppure un'affermazione amara velata di polemica.
Semplicemente, Gorizia è davvero una città piccola: 41,26 chilometri quadrati, 34.173 abitanti. Se venissero tutti fatti entrare a San Siro avrebbero un seggiolino vuoto sia alla loro destra che alla loro sinistra e l'ultimo anello rimarrebbe libero. Va da sé che ci sono vantaggi e svantaggi: ad esempio, un vantaggio è che ci conosciamo tutti. Uno svantaggio è che... ci conosciamo tutti. Nel periodo natalizio poi la città sembra diventare ancor più piccola perché tutti girano, brigano, corrono e può capitarti di vedere le stesse persone anche più volte nella medesima giornata. Se poi lavori in libreria può succedere che vedi tutti 49 volte in una settimana.
Se lavori in una libreria, a dicembre il tuo tempo libero corrisponde grossomodo alle ore di sonno, mangi in piedi perché se ti siedi hai paura di non riuscire più a guadagnare la posizione eretta e i tuoi regali, beh, sono libri. Questa volta non (solo) perché sono quello che ami e ami regalare, ma perché proprio non riesci ad andare da qualche altra parte.
Tra colleghi ci concediamo una cena ogni dicembre, un momento di divertimento quasi isterico prima del rush finale.
Ristorante, ottimo cibo, ottimo vino, gran bel servizio, risate, battute, previsioni di mal di testa per giorno dopo. Lo chef, nonché cliente, nonché ottimo lettore, ci chiede qualche consiglio e poi dichiara:
"Però mi sa che adesso per un po' non mi vedrete, ho cominciato il primo 'Paradise Falls' e mi sta piacendo talmente che ho già comprato il secondo e ho intenzione di leggerlo subito dopo. Mi spiace davvero molto non essere venuto alla presentazione di Nicola Manuppelli."
Indubbiamente uno dei momenti più alti vissuti quest'anno dalla libreria: Nicola che ci racconta Don Robertson.
Niente domande, niente risposte, bensì letture e fughe di pensieri in libertà, immagini e sensazioni, aneddoti e giustapposizioni orchestrare con disarmante naturalezza da quello che ormai possiamo definire un amico della nostra libreria. In un anno abbiamo avuto la fortuna e il piacere di ospitare Nicola tre volte: per presentare il suo bellissimo romanzo 'Roma', per mediare un suo intervento al Premio Amidei (prima volta che ci andiamo da non spettatori!), e appunto per parlarci di Robertson, con il collegamento finale con Sherry Robertson, indimenticabile. E ci siamo attaccati come le cozze allo scoglio tanto che ormai lui sa di dover tornare a Gorizia a cadenza regolare; che si tratti di romanzi suoi, scoperte e traduzioni, letture o brainstorming non fa differenza... l'importante è che torni!
Un paio di giorni dopo arriva l'agognato giorno libero, l'ultimo prima della folle settimana natalizia. Bene, sarai andato a fare shopping, a prendere regali, ti sarai anche un po' riposato... direte voi.
Come No?! Si comincia con la spesa al mercato coperto: aaah quanto ci piace il mercato coperto! Frutta, verdura, fiori, pesce, formaggi, l'immancabile occhiata al booksharing (non ditelo in giro però) e la verduraia di fiducia che ti dice:
"Allora grazie per i consigli dell'altro giorno. Uno è andato benissimo, l'altro un po' meno, ma me l'aspettavo, la persona cui l'ho regalato fa sempre la preziosa."
Voglio sapere solo quello che è andato bene.
“I 'Goldbaum' ”.
"A Bene! Un titolo inatteso che è diventato rapidamente un best seller! Sai che abbiamo conosciuto l'autrice, Natasha Solomons? Nei giorni di èStoria è passata davanti alla libreria, ha individuato il suo romanzo in vetrina ed è entrata a farsi una foto, ringraziarci e firmare alcune copie."
"Ma dai!"
Mercato coperto? Per cui Marino! E infatti, quando proprio non hai tempo, quando la fretta ti morde i polpacci, quando già senti le voci che ti rimproverano per i ritardi, tu sicuramente vai da Marino, ti prendi 10 minuti di libertà con un bicchiere o un caffè e rilassi ogni muscolo del corpo.
"Ehi ciao, questo lo offro io!"
Significa che dovrà essercene un secondo allora.
A fermarmi è uno dei partecipanti al gruppo di lettura "autunnale", l'erede del gruppo di lettura "invernal-primaverile”.
Una delle novità di cui siamo più contenti è proprio l'organizzazione dei gruppi di lettura. Gli amici di Voltapagina ne organizzano già da diversi anni, noi non avevamo ancora trovato i modi e i tempi giusti.
E sottolineiamo che l'idea non vuole in alcun modo contrapporsi alle attività dei nostri dirimpettai! Semmai è una possibilità in più per chi ama leggere e confrontarsi.
Continueremo con i gruppi anche nel 20, provando a cambiare qualcosina per essere più inclusivi e aperti, ma le prime due esperienze sono state davvero molto positive.
"Il prossimo anno vorrei esserci di nuovo!"
"Certo! E magari il prossimo anno ci scrivi una recensione per il sito!"
"Ma va... Non so scrivere!"
"Perché, ti sembra che noi siamo Indro Montanelli?"
"Ci penserò. Ancora un bicchiere?"
Il cuore ti risponderebbe si, ma purtroppo questa volta vince la coscienza.
Il sito... che gran regalo della casamadre! Stefano ci ha messo i neuroni e tutta la sua proverbiale pazienza zen per allestire la parte del "blog" (prima i suoi capelli erano biondi e morbidi), poi però siamo riusciti a dar vita ad una cosa che ci coinvolge e ci diverte tanto da provare un certo fastidio per non riuscire a scrivere di più! Ma i primi mesi sono stati una gran soddisfazione: interviste (Martino di CasaSirio, Stefano di Racconti e Emmanuele di d Editore), approfondimenti, recensioni e alla fine anche il coinvolgimento dei partecipanti ai gruppi di lettura. Proprio grazie alle attività su Internet ci è stato conferito il primo “Ub!k Award”! Il primo della storia! Cosa per cui non smetteremo mai di vantarci... L'attestato è appeso lassù, in alto, e quando entri in libreria non puoi ignorarlo.
Il sito andrà avanti con la sua attitudine sperimentale e quelli che gravitano attorno alla Ub!k Gorizia dovranno stare attenti, perché noi siamo come le piovre e vogliamo coinvolgerli!
Ok, è ora di andare a prendere il pane, e ovviamente arriva l'amico di sempre, quello che magari non vedi così spesso ma che se inviti ad un evento cui tieni, sicuramente ci sarà.
"Che fai, non lavori?"
"Giornata libera!"
"Non fai mai niente, sempre a cazzeggiare"
...
"Ci facciamo un bicchiere?"
Rapido sguardo dell'orologio, tuono nel petto.
"Perché no?"
"Senti, il prossimo anno farete altre presentazioni?"
"Spero di si, l'idea è quella."
"Quelle di quest'anno mi sono piaciute un sacco. Almeno, quelle a cui ho assistito prima di andare via a maggio."
"Ti sei perso quelle in autunno."
"Be quelle di febbraio e marzo erano ganze."
"Ganze?!"
"Si, ok, molto interessanti, signor barone. Erica Barbiani mi ha sorpreso, ho regalato il suo libro a non so quante persone. Roma è uno spettacolo, dovrebbero farci un film... E l'ultimo beh... maledetto, l'ho già letto due volte ma lo sto leggendo di nuovo."
"Amnesia di Douglas Cooper?"
"Dannato... la prima volta credevo di aver capito, ma mi era rimasto un tarlo. La seconda mi sono reso conto che mi ero perso dei dettagli, e con questa spero di mettere tutto in riga. Ma la vuoi sapere la cosa più importante?"
"Dimmi"
"Ogni volta che lo leggo penso 'questo è un libro pazzesco, non sarà l'ultima volta che lo leggo'"
"Capisco eccome. Oltretutto Cooper è stato fenomenale, sforzandosi di parlare in italiano, con entusiasmo.È venuto fin qui da Roma e non si è risparmiato di una virgola. Parliamo di uno scrittore che in patria ha venduto quasi un milione e mezzo di copie..."
Altri due bicchieri dunque... E vabbè sono le feste... già che sono in zona vado a fare un saluto alle ragazze della Mediateca.
"Posso portarvi un caffè?"
"Grazie ma ce ne hanno già offerti 3, poi diventiamo nervose"
"Se non vi abbiamo fatto innervosire noi..."
"Ma scherzi! Anzi, il prossimo anno dovrete disturbarci ancora di più!"
"Attente che se ci date un dito..."
"Siamo pronte"
E noi saremo pronti a ringraziare fino al diabete la Mediateca, il Kinemax e tutti i suoi spettacolari lavoranti per l'opportunità di presentare libri da loro, in quello spazio magnifico, ma soprattutto per l'amicizia che si è creata portandosi appresso una vagonata di entusiasmo contagioso.
In piazza Vittoria si pattina. Io non pattino dal 2001, e credo che non ci proverò più. Per usare un eufemismo: non è il mio sport. Però da qui vedo arrivare il Prof con una delle sue colorate e sorridenti classi.
"Ehi Prof! Niente lezione?"
"Regalino natalizio, prendiamo un po' di aria"
"Ciao ragazzi. Consiglio: quando trovate un prof così... Approfittate!"
"Lo facciamo, lo facciamo!!!"
"Quando arrivano le recensioni?"
"Entro marzo le avrete."
"Quest'anno siete tantissimi!"
"Beh, leggere è il vostro mestiere, no?"
"Beh, in effetti... anche."
Son svegli questi ragazzi, altroché!
Anche quest'anno abbiamo ospitato alcune scuole superiori per il nostro "torneo letterario", solo che quest'anno sono molte di più del solito! Dovremo leggere circa 200 recensioni, e alla fine scegliere le migliori. Siamo pronti a sorprenderci, come negli anni passati.
"Se scrivete la recensione più efficace potreste essere coinvolti in qualche presentazione, sapete? Com'è successo per Valentina D'Urbano o Enrico Galliano."
"Figata!"
"Ragazzi, ci si può esprimere meglio"
"Prof, c'è di peggio, fidati!"
Qualche passo, sono solo, ok, potrei infilarmi gli auricolari, voglio ascoltare l'ultimo album di Iggy Pop, perché è una... come potrei definirlo... a si, "figata"! Ma mi prende per il gomito qualcuno:
"Pomeriggio campetto, 3 contro 3"
"Ma con questo freddo?"
"Anche con la neve"
"Guarda, non tocco palla da anni. Vi risparmio il supplizio."
"Eddai!"
"Niente da fare."
"Ma a Tavčar hai detto che sei un cestista."
"Gli ho detto che non gioco più, ma che uno che ha giocato a basket 30 anni, indipendentemente dai risultati, rimane cestista per tutta la vita."
"Ruffiano."
"Romantico semmai."
"Tsè... vabbè ci si vede."
Ruffiani o romantici, furbi o fortunati, siamo riusciti a presentare quel mito vivente di Sergio Tavčar: Kulturni Dom pieno nonostante il diluvio e un'ora e mezza di cultura socio-politico-sportiva espressa con la consueta ironia e intelligenza. E dedica personalizzata sul libro. Magari la mia figura sul palco non è stata granché, sempre meglio però di quello che potrei fare adesso in un 3 vs 3 in campetto...
Ed è già ora di pranzo. Decido di rifugiarmi in paninoteca, spararmi una pljeskavica al volo per poi continuare rapidamente con le commissioni, così dovrei riuscire a prendere anche qualche regalo.
"La birra la offro io"
"Ehi ciao che fai da queste parti?"
"Siamo in ferie fino alla befana! Bambina al pattinaggio, ragazzo a fare break dance, e noi panino e birra, cosa vuoi di più dalla vita?"
"Un pelinkovac alla fine del panino?"
"Andata. Cosa facciamo il prossimo anno per la rassegna? Viaggio? Autori friulani?"
"Abbiamo appena chiuso la rassegna 2019, già pensi al 20?"
"Certo? Alle cose belle non bisogna smettere di pensare."
Non si dovrebbe, è vero. La rassegna di Capriva “Calice d'autore”, libri e vino nelle migliori aziende del paese, è davvero il fiore al nostro occhiello, al pari dell'ormai mitico libro delle 18:03, ormai un appuntamento proverbiale per i lettori goriziani. Squadre che vincono, non si toccano... Quest'anno abbiamo aggiunto un'altra preziosa collaborazione con "Dialoghi", che ha richiamato in zona un sacco di autori interessanti.
Ci salutiamo dopo il pelinkovac, che tanto fa freddo e lo bruci in 5 minuti, e io penso 'ferie fino alla befana': ma si possono davvero accostare queste 4 parole nella nostra lingua?
Adesso devo correre all'alimentari ma passo davanti allo studio di Marco, c'è l'ennesima, bellissima mostra fotografica, e che faccio? Mica posso andare avanti! Per una volta che riesco a passare da queste parti...
"Ehi che ci fai qui? Fila in libreria, sciò"
A parlare è un altra partecipante al gruppo di lettura, cliente incredibile, direi commovente: quest'anno abbiamo bevuto un ettolitro di caffè grazie a lei!
" 'Nero d'inferno'... che capolavoro! Grazie per averlo proposto al gruppo, guai se ci fosse scappato."
"E già, per me è il libro italiano dell'anno. Spettacolare."
"Me ne metti da parte 4 per i regali natalizi?"
"Certo, domani appena arrivo in libreria!"
"Ok. A si, metti da parte anche un 'Gettami ai lupi' e un 'The Free' già che ci sei."
"Aspetta, adesso devo prendere appunti!"
Lo faccio, nella speranza di non perdere il post-it. La presentazione termina con un gradito brindisi, le lancette corrono e io sono in ritardo per qualsiasi cosa. Arriva una chiamata: stasera a cena da tuo zio, vai a prendere una buona bottiglia in negozio.
Incontro metà città nel negozio che per l'occasione è diventato pure enoteca. Tutti assaggiano qualcosa, tutti comprano bottiglie, arriva un bicchiere anche a me.
"Vi seguo su Facebook, siete dei simpatici pagliacci!"
"Grazie... è un complimento vero?"
"Ma si, è divertente. Poi avete anche il sito ho visto! E sai che grazie alle recensioni mi sono presa 'Il convalescente' e 'La professione del padre'?"
"Bene! Ti sono piaciuti?"
"Bellissimi davvero. Ammetto che non conoscevo le due case editrici."
"Be allora il sito è stato utile!"
Compro una ribolla gialla coi fiocchi e scappo prima di perdermi tra i bicchieri.
Quest'anno abbiamo dialogato molto spesso con le case editrici indipendenti, dando vita a dei bellissimi rapporti, fatti di scambi, confronti, proposte e idee. Keller, Black Coffee, CasaSirio, Pidgin, Mattioli 1885, Nutrimenti, d Editore, Jimenez, Racconti... c'è un mondo splendido fatto di piccole grandi case editrici che lavorano meravigliosamente e meritano la massima visibilità. Noi, nel nostro piccolo, cerchiamo di dedicare loro quanto più spazio in libreria.
E sono le 7 di sera. Devo andare a casa, e subito dopo a cena.
Arriviamo dallo zio, mangiamo, beviamo, chiacchieriamo. Ci spostiamo in soggiorno per il whisky finale e vedo sul tavolo un libro famigliare. “Nato per non correre”.
"Lo stai leggendo zio?"
"Si, bellissimo, appassionante, toccante, divertente. Hai fatto bene a invitarmi alla presentazione, è stata molto interessante."
Salvo Anzaldi è stato un ospite magnifico, con la sua educazione, la gentilezza, l'entusiasmo. Il pubblico si è innamorato di lui, Bruno Pizzul (si, Bruno Pizzul) ha partecipato all'evento con una energia e una passione contagiose e noi, beh, vorremmo che Salvo venisse a trovarci ogni settimana! La sua testimonianza è stato uno dei momenti migliori del 2019, per fortuna ci sono molte foto a documentario!
Torniamo a casa. Non guido io, sono un po' brillo... Il mio ultimo giorno libero prima del rush finale. Sembra la confessione di un soldato prima di andare in battaglia, ma, lo ammetto, sono un po' esagerato! Non morirà nessuno di stanchezza, e finché una libreria si riempirà di gente ci sarà speranza per il mondo. Tutte le elucubrazioni sul consumismo e l'ansia da regalo le lasciamo a qualcun altro per ora. A proposito... i regali, mannaggia, i regali!!
Eh, niente, anche quest'anno, libri per tutti!