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Amnesia

La recensione 06/19

Amnesia Douglas Anthony Cooper D Editore Un anonimo cartografo canadese sta sbrigando le ultime incombenze nel suo ufficio a Toronto prima di andare a sposarsi ma proprio mentre sta per andarsene riceve la visita di uno stralunato personaggio, di nome Izzy Darlow...


Il cartografo convive da anni con una totale amnesia riguardo al proprio passato, problema del quale però non sembra curarsi molto, almeno fino alla comparsa di Izzy: un incontro che pur se a caro prezzo gli restituirà la vita perduta.

Da quel momento inizia per i due un viaggio che durerà un giorno e una notte lungo le strade tortuose e oscure di una Toronto sospesa tra la realtà e l’immaginazione: onirica, distorta ed evanescente come un’immagine amata riflessa nell’acqua.

Ma parallelamente ai percorsi seguiti sulla mappa della città, in un’attuale e ben più estesa versione del “palazzo della memoria”, si svolge nella mente del protagonista, moderno Simonide, un viaggio molto più articolato e complesso nei meandri del proprio passato. Un viaggio che lo porterà infine a ritrovare se stesso riappropriandosi dei dolorosi ricordi a lungo sepolti nelle profondità della propria anima.

E ai due percorsi, quello fisico e quello mentale, dei protagonisti si affianca in ultimo quello emozionale del lettore il quale, di pari passo con la ritrovata memoria del cartografo, acquisisce progressivamente la consapevolezza piena di ciò che sta leggendo e, in parte, vivendo.

Perché quello di Cooper è un libro intenso, straniante, a tratti molto criptico e dai molteplici livelli di lettura possibili ma soprattutto è un racconto estremamente coinvolgente, in cui si fondono i respiri e i percorsi di vita dei diversi personaggi che lo popolano. 

Lettore compreso.

“La più piccola parte di questo racconto contiene al suo interno, come un ologramma, l’inizio, lo svolgimento e la fine dell’intera storia”, troverete scritto nel primo capitolo ed è proprio così, perché ogni singolo episodio è una storia di ricerca disperata d’amore, fallimento e rimozione della memoria, esattamente la stessa descritta nell’intero libro. Più che un ologramma potremmo definirlo pertanto un frattale: ogni singolo punto del racconto compone una figura potenzialmente infinita, sempre uguale a se stessa nell’infinitamente piccolo come nell'infinitamente grande.

Un libro che cambierà per sempre la vostra percezione della memoria e della sua importanza nella vita di chiunque per la definizione del bene fatto e del male subito.

Giorgio